
CARMEN FARINI, eclettica pittrice maglianese
Carmen è una stimata e talentuosa pittrice, di fama nazionale. La sua arte nasce dalla spontaneità e dalla ricchezza del suo spirito, anche se la sua natura umile e riservata, la spinge a non parlare volentieri dei numerosi premi e riconoscimenti che le sono stati conferiti nel tempo. Carmen ha ottenuto il primo premio nella Terza Mostra Internazionale P. Pascucci- P. Aldi del 1981 ed il conseguente riconoscimento a Senatore Accademico d’ Onore; nel 1983 ha conseguito il primo premio nel concorso “ Maremma nostra”; si è aggiudicata il primo Trofeo delle Regioni dell’ Accademia Araldica Internazionale di Firenze, il primo Trofeo nella Biennale Città di Roma ed il secondo premio nella tredicesima Edizione Internazionale “ Pier della Francesca”. Ha esposto le sue opere in collettive per la Malatestiana di Rimini e per il Merlancione, nonché nella personale alla galleria “ 7 di Quadri” di Arezzo. Possiede prestigiose recensioni su importanti riviste d’arte, quali Praxis Artistica, da parte di autorevoli critici d’arte, tra cui Ruinetti, Lazari e Bernardini. Mi riceve nel suo splendido giardino, in Via Chiasso Lavagnini, intenta a potare le sue rose. Carmen è sempre vissuta a Magliano, dove per anni ha svolto il lavoro di insegnante, una maestra amatissima dai suoi alunni, per la sua dolcezza materna e la sua fervida fantasia, sempre pronta ad inventare fiabe animate dai suoi bei disegni e a dar vita a creazioni di oggetti realizzati con il suo estro e la sua abilità. All’ interno del giardino, c’è il suo studio, una deliziosa casetta in pietra, quasi un cottage in miniatura, vi sono tele e cavalletti sparsi ovunque, è un tripudio di colori!
Carmen, cosa ricordi con più emozione di quando eri bambina?
“Ricordo la mia infanzia a Sassomarconi, in provincia di Bologna, è lì che sono nata perchè lì mio babbo Enzo ha conosciuto Margherita, mia mamma, durante il servizio militare. Mamma era nata a Villa Monti, il nonno Augusto, che mi ha trasmesso l’amore per i fiori, era il custode della proprietà. La villa era stupenda, tutta affrescata, e la tenuta era immensa, comprendeva tre poderi, un parco, un noccioleto, giardini con vasche di pesci, un incanto! Ogni anno tornavo lì per le vacanze estive, arrivavo da Magliano con le valige imbottite di chicchi da nonna Anita, che aveva qui in paese la latteria. Faceva il gelato artigianale, ricordo della sua bottega gli enormi vasi di vetro, colmi di mentine, di caramelle, di confetti senesi…i cugini di Sassomarconi mi aspettavano con impazienza per aprire le valige piene di dolciumi. Giocavamo tutta l’estate insieme…un’ infanzia bellissima, quasi fiabesca. Mio cugino, qualche tempo fa, mi ha detto, ricordando quei tempi, “ Tu per me sei l’estate”…”
Leggo nei suoi occhi una viva commozione e continuiamo la piacevolissima conversazione, Carmen ti incatena quando parla, è creativa anche con le parole! Il nome stesso, Carmen, in latino significa”canto, poesia”!
Quando hai scoperto la tua passione per la pittura?
Un’opera di Carmen Farini
“Ho sempre amato i colori, da bambina preferivo giocare con i pastelli anziché con le bambole. La passione è poi esplosa e degenerata intorno ai 13 anni. Poi, durante i primi anni del Magistrale, ho dovuto interrompere per un anno lo studio, a causa di un serio problema agli occhi. Non potevo leggere e neppure scrivere, così, mentre facevo le cure per rinforzare la retina, mi dedicavo alla pittura, più rilassante delle altre discipline.”
Chi è stata la persona che più ti ha incoraggiata nel realizzare questo tuo sogno?
“Mio babbo! Sin da piccola mi ha sempre portato a visitare chiese, musei, gallerie d’arte, in giro per l’Italia, a Firenze, a Bologna…Era un grande appassionato d’arte, ed anche di librerie, amava la cultura! Mi spiegava i quadri, li commentava per me. Queste trasfusioni del suo sapere erano per me vitali…Babbo è mancato qualche anno fa, lasciando un vuoto immenso nella mia vita, eravamo legatissimi.”
Carmen si commuove ancora, la sua indole sensibile reagisce ad ogni ricordo.
C’è un soggetto che preferisci dipingere?
“Amo i fiori, i primi soggetti che ho dipinto sono stati i fiori, ed i paesaggi della Maremma, alla quale sono visceralmente attaccata! Però mi piace anche dipingere ritratti, figure, non disdegno le sanguigne, le nature morte. Tra i paesaggi prediligo il mare, spazio vitale per me. Nei soggetti cerco di dare estremo spessore allo sguardo che dell’uomo ritrae i moti interiori. Mi interessa molto lo studio della luce che, a volte colpisce la tela con forza, altre volte con fragilità.”
Quale tecnica impieghi per realizzare i tuoi quadri?
“Olio, acquerello, tecnica mista…tempera, matita. Sfumo con le dita, con gli stracci. Tiro molto il colore, mi piace quasi trasparente, arioso, uso costantemente impasti cromatici. Dipingo il particolare e sfumo il resto…amo il viola e tutti i suoi toni, almeno in questo periodo, perchè nel tempo si cambia, in base all’ umore, alle emozioni del momento. Utilizzo spesso pennellate brevi, a volte abbozzate.”
Quali artisti ti hanno maggiormente ispirata?
Fiori di Carmen Farini
“Boldini, i macchiaioli…adoro l’ Impressionismo! Ed ho una vera e propria venerazione nei confronti di Pietro Annigoni, che ho avuto il piacere di conoscere personalmente.”
Davvero? Parlaci di questo importante incontro…
“E’ avvenuto dopo che ho conseguito il diploma magistrale. Durante gli anni delle superiori, l’interesse per la pittura occupava gran parte delle mie giornate, così, sempre il mio amato babbo mi spinse ad incontrarlo, per avere un suo giudizio sulle mie opere, per mettermi in gioco, per un confronto, per un’esperienza di vita. Il maestro viveva a Firenze, dove possedeva un meraviglioso studio nel Borgo degli Albizzi, era conosciuto come “il pittore delle regine”, per i celebri ritratti che di queste aveva realizzato. Era il mio mito! In piena epoca di astrattismi, lui dipingeva il reale e mi dava forti emozioni. Aveva degli allievi e desideravo entrare a far parte del suo gruppo e seguire i suoi corsi. Mi innamorai a prima vista di quel suggestivo studio davanti al campanile di Giotto! Ricordo ancora che si inchinò e mi fece il baciamano, un autentico gentiluomo. Esaminò con attenzione i miei disegni e con sorpresa ricevetti un parere che non mi aspettavo: “ Prosegua da sola, non perda la spontaneità del suo stile. Faccia per conto suo e non si abbassi a mercanteggiare”. Ed io ho fatto tesoro dei suoi consigli, infatti sono un “ battitore libero”, ho scelto di non avere un mercante di quadri per essere libera!”
Mi sembri diffidente nei confronti di un certo ambiente…
“Sì, non te lo nascondo. Quell’ ambiente non si addice al mio temperamento verace. Mi sono sempre sentita a disagio nell’habitat sotterraneo dei mercanti d’arte, è un sottobosco impenetrabile per me. L’arte deve essere libera ed onesta, disinteressata, pulita, non può produrre giochi di mercato, compromessi che premiano chi è appoggiato da qualcuno anziché chi veramente ha talento.”
Sono d’accordo con te, è apprezzabile la tua onestà. E poi tu hai questo meraviglioso giardino dove poter creare liberamente, senza che nessuno ti metta le briglie!
“Ci puoi contare Cris ( lei mi chiama affettuosamente così )! Questo giardino è un pezzo di cuore. Mio nonno Fulvio lo acquistò per farci l’orto, io lo curo molto ma rispetto sempre la sua spontaneità perchè la natura è come l’arte, non possono essere imprigionate!”
Mi guardo intorno, è una suggestiva oasi incastonata nelle mura, un gioiello nascosto nell’anima più intima del paese. Tutto ha un aspetto estremamente autentico e naturale, gli alberi volutamente non potati, i semplici fiori di campo come le scille azzurre, fino alle “ rose dei pittori”, sofisticate e ricercate. Questo giardino è lo specchio dello spirito caleidoscopico di Carmen. Respiro il profumo delle piante di rosmarino…la natura ridondante si presenta in tutte le sue forme, ai margini sorridono le zucche, i fagiolini, le verdure in vaso!
Carmen, tu hai dato molto a questo paese. Sei stata generosa con i tuoi talenti, li hai condivisi con la comunità. Ricordo che a lungo sei stata l’animatrice della Pro Loco e del Comitato Festeggiamenti di Magliano
“E l’ho fatto con piacere! Ho disegnato le bandiere ed i costumi del corteo storico, per il Palio di Magliano, negli anni ’90, ispirandomi alle tavole dei maestri d’arte del 1300 e del 1400.”
Che tutt’oggi sono utilizzati per il corteo! Ricordo sempre la tua presenza nella biblioteca comunale. E’ stato il tuo sorriso ad attrarmi sin da piccola verso quegli enormi scaffali colmi di libri!
“Sì, coadiuvavo mio babbo che gestiva gratuitamente la Biblioteca Comunale…da pochi testi che vi erano, li portò a 6000! Babbo amava Magliano! Fu anche un grande promotore dello sport, rimise in piedi la squadra di calcio nel ’72, e la pallavolo, era il segretario della Polisportiva, a lui è dedicato il campo da gioco “Enzo Farini”.”
Ricordo con stima ed affetto tuo padre, anche se all’epoca ero una bambina. Ma dimmi un po’ che non ricordo bene, com’era quella storiella dei cuculi che raccontava sempre?
Carmen scoppia a ridere divertita, si accende una sigaretta e inizia a raccontare con un sorriso ironico sulle labbra.
Lo studio di Carmen Farini
“Ti spiego come è nata questa storia Cris…tutte queste attività per il paese sono sempre state curate con passione e dedizione, come volontariato ovviamente, tutto gratuitamente, affinchè il paese prosperasse. E sono state apprezzate, sono piaciute. Io e mio babbo, come altri volontari del posto, abbiamo lavorato con entusiasmo per il bene di Magliano ma non c’erano soldi di mezzo. In più non abbiamo mai voluto cariche, non ci piacevano le presidenze, noi siamo spiriti liberi, non lo facevamo per ambizione…amavamo il paese e volevamo che le cose funzionassero. Io svolgevo con piacere il mio lavoro di insegnante, nel tempo libero mi dedicavo disinteressatamente a queste attività…la gente era contenta! Poi, ad un certo punto, hanno cominciato ad insinuarsi varie insidie, sono subentrate alcune invidie, si è intromessa una certa politichina che ha creato malumori, si è messo in moto un certo malcontento, sono state alimentate assurde polemiche che hanno sciupato un clima fattivo e sereno, fino a che purtroppo certe attività si sono trasformate ed hanno cessato di esistere…”
Lo sguardo di Carmen si fa improvvisamente buio…poi torna a sorridere e continua divertita…
“Mio babbo chiamava questa assurda macchina, “il CUCULO”! Il cuculo è un uccello che occupa il nido che ha fatto un altro e si prende anche le sue uova…c’è chi per pigrizia o inettitudine si appropria dei meriti altrui! Perciò il babbo mi diceva sempre : “ ATTENTA AI CUCULI!””
Carmen, prima di salutarci, raccontami qualcosa dei tuoi progetti futuri…
“Mi piacerebbe utilizzare questo giardino come spazio aperto al pubblico, con orari naturalmente, dove poter fare esposizioni e, nel contempo, presentazioni di opere letterarie, piccoli eventi musicali, attività inerenti la tradizione, come degustazioni di prodotti locali…sono aperta al paese, a questo Comune dove ho sempre vissuto e del quale sono orgogliosa!”
Ringrazio Carmen per la sua grande generosità e la sua innata simpatia. Mi saluta con gli occhi ancora umidi per l’emozione e corre via, perchè è in crisi d’astinenza dal suo inseparabile caffè!
Cristiana Milaneschi